Una storia di tutti i giorni: Negli anni sessanta

Questa storia che vi sto per raccontare, non ha, in sé, nulla di straordinario, ma rappresenta un’impronta tangibile a chi ne è il protagonista.
Tutto iniziò una mattinata d’inverno, una di quelle fredde e luminose, che sono frequenti nell’inverno romano. Era cominciata allo stesso modo di tutte le altre in cui si deve andare a scuola e sembrava che non dovesse offrire nulla di inatteso rispetto alla consueta quotidianità.
Comincia la spola da una camera all’altra per mettere in ordine le proprie cose per presentarsi inappuntabile come conviene ad uno studente liceale; Il nostro protagonista, Andrea, dopo aver rapidamente consumato una tazza di caffè latte, esce di casa per ingrossare le fila delle persone che per motivazioni diverse, compiono tutti le stesse azioni.
Si mette in fila nell’attesa dell’autobus, accalcandosi con la folla che, letteralmente assalta i mezzi pubblici, già colmi di persone che formano una muraglia umana composta da gente di svariato umore e tipologia umana.
Riuscito ad evitare dal rimanere a terra, grazie alle spinte e alla forza di volontà egli conquistò una posizione strategica, nella quale ebbe la possibilità di ripassare le materie della prima ora di lezione, come di consueto. Iniziò a leggere le prime righe del testo di filosofia, quando un’improvvisa apparizione lo colpì. Facile è comprendere cosa mai potesse essere quell’ apparizione”, tale da distoglierlo da sì importante lettura!
Era una ragazza magnifica, forse sedicenne o diciassettenne, ma sull’età non si soffermò più di tanto, per avviare un più completo esame: il suo volto regolare e di grande bellezza, era incorniciato da dei magnifici capelli modellati all’ultima moda; gli occhi lievemente trattati da un trucco tenue, mettevano in risalto sia la bellezza esteriore, sia, non meno importante, quella interiore, il naso dalle forme aggraziate si slanciava al di sopra di una bocca seducente sulle cui labbra c’era un velo di patinato rossetto dal colore delicato, tanto da indurlo subito all’ardito pensiero di un bacio; il resto del corpo, per quanto si poteva vedere, nonostante la calca dell’autobus era degno di una modella di Prassitele o di Canova.
Una tale visione gli procurò un grande subbuglio ormonale. Da quel momento iniziò solo a pensare cosa potesse mai fare per far sì che una tale visione non svanisse nell’immensa confusione della città.
Ora è ben noto come in un individuo giovane, nell’età dei primi amori e delle prime relazioni, quali siano le reazioni psicologiche e naturali di una simile situazione. Pensieri delicati e teneri si susseguivano nella sua mente: egli desiderava di trovare una compagna, un’amica cui poter confidare le sue aspirazioni, i suoi sogni più nascosti e ricambiarla con un affetto sincero e appassionante. Andrea iniziò allora a pensare, che cosa mai avrebbe potuto fare perché quella visione, non svanisse nell’immane antro tumultuoso della città!
E’ notorio che i giovani di quella età in cui essi hanno le prime relazioni con l’altro sesso ed i primi amori, anelino nel loro cuore che si presentino delle occasioni simili, stimolati come sono dai film, dalle fiction televisive. Nella mente di Andrea si faceva sempre più strada l’eventualità di trovare una compagna, o di un’amica cui poterle confidare i suoi pensieri segreti, le sue aspirazioni, i suoi sogni e poterla ricambiare con un affetto grande e sincero.
S’incontravano ormai quasi tutti i giorni e il desiderio di riuscire a conoscerla, ad amarla era diventato la sua ossessione, fino a soffrire e a disperarsi.
Molti potrebbero obiettare che non sia possibile che la gioventù odierna (riferito agli anni 60/70) sia capace di reagire in questo modo così romantico e questo è un grande sbaglio dei cosiddetti “anziani” che spesso dimenticano gli affanni della loro giovanile età.
Il nostro protagonista tormentato dalle sue pulsioni, giunge al capolinea; il vociare della folla che precipita con irruenza verso le disagevoli porte dell’autobus, lo scuote dall’estasi in cui era caduto alla vista di quella ragazza. Si lascia trascinare dalla frettolosa folla. Anche “lei” scende e l’occhio di Andrea la segue, quasi volesse non farla andare e perderla, conscio che solo il caso favorirà un nuovo incontro.
Nei suoi occhi si accende un lampo di ribellione: non vuole assoggettarsi al destino, vuole reagire, deve conoscerla… deve conoscerla!
Il suo cervello pullula di pensieri, di decisioni, di risoluzioni alle quali pose fine con la drastica conclusione di abbordarla, azione mai compiuta, in netto contrasto con la sua indole timida e seria.
Questa volta, però, la sua smania fu tale da lasciarsi alle spalle ogni scrupolo: non si sarebbe lasciato scappare quest’occasione. La segue per un po’, ancora indeciso e insicuro perché non sapeva come comportarsi, timoroso di ricevere una delusione se avesse accettato subito il suo tentativo, tanto poca era la stima sulle sue capacità.
Prende il coraggio a due mani e tenta l’approccio, con le solite insulse frasi e con il comportamento mutuato da alcuni film rosa che non sono mai stati di suo gradimento.
Finalmente lei sembra accettare, con atteggiamento civettuolo questo suo tentativo di approccio con un sorriso che scioglie la tensione di Andrea, che chiede di poterla accompagnare fino alla sua scuola: una scuola di lingue dove lei frequenta un corso da interprete.
L’amicizia fra i due è ormai cosa fatta, si scambiano i nomi: Annalisa è il suo nome come spesso avviene fra ragazzi coetanei. Sovente i loro sguardi s’incontravano e una strana luce illuminava i loro occhi, le loro labbra si aprivano sempre di più in sorrisi ammiccanti.
Giunto alla scuola di lingue si devono dividere, con la promessa, però, d’incontrarsi di nuovo, quanto prima.
Il nostro protagonista solo allora si accorse che era tardi e dovette impegnarsi in una corsa ad ostacoli tra la folla per poter giungere ancora in tempo alla sua scuola!
Inutile dire che quel giorno, in classe si applicò molto poco nelle varie materie che si susseguivano, avendo la mente assillata da mille pensieri e provando una gioia indescrivibile.
Ritornato a casa, i genitori notarono subito il suo stato di eccitazione che non riusciva a nascondere, nonostante i suoi sforzi per dissimularlo, ma egli non se ne curava, preso com’era dal pensiero di quella incantevole ragazza.
Il giorno dopo i nostri protagonisti s’incontrarono dove egli aveva mosso l’arduo passo ed entrambi mostrarono l’ansia dell’attesa negli occhi dell’altro.
Così, di nuovo riuniti, percorsero la strada del giorno prima, rinsaldando la loro amicizia che già manifestava i segni premonitori di un giovanile amore: i loro sguardi s’incrociavano sempre di più, le loro mani tremanti a sfiorarsi sempre di più; ad interrompere l’idilliaca scena, fu la prima campanella della scuola che li divise, lasciandoli sconsolati e allo stesso tempo, bramosi d’incontrarsi di nuovo in ore extra scolastiche.
Ciò avvenne lo stesso pomeriggio: lui l’aspettava impazientemente, prefigurando nella mente il precorso che avrebbero fatto.
Quando lei giunse, più bella che mai, si manifestò ai suoi occhi come colei da tanto tempo vagheggiata come il suo ideale di donna e una passione in cui abbandonarsi e trascorrere giornate serene e felici: un modo uguale per tutti gli innamorati, ma sempre nuovo, magnifico e unico, per le singole coppie.
Passeggiarono a lungo, quel giorno, e così fecero tanti altri giorni, sempre accomunati dall’amore, non ancora esplicitato, ma già vivo ed operante nei loro animi.
Un giorno come tanti altri, durante una delle solite passeggiate essi si fermarono in uno di quei numerosi giardini che abbelliscono Roma, di cui gli innamorati sono gli incontrastati padroni. Si sedettero su una panchina, già teatro di chissà quante vicende amorose e lì parlarono per lungo tempo, si guardarono e si compresero. Andrea quando il sole era tramontato e calata l’ombra tanto cara agli innamorati, trovò finalmente la forza di confessare il suo sentimento, così irruento e così giovanile alla dolce Annalisa che, più che mai incantevole, ammise di ricambiare abbracciandolo con trasporto e dicendogli che l’amava.
Cosa possa aver provato Andrea è difficile a raccontare: guardò Annalisa fissa negli occhi e tanta era la sua felicità che le si accostò e suggellò con un ardente bacio, aprendo così le porte di uno splendido amore che ebbe inizio con quell’amplesso focoso, in cui i loro cuori sembravano volessero scoppiare e le loro menti fondersi per fermare il tempo su quel momento di felicità!
Questo giovanile amore durò fino al termine dell’anno scolastico, quando Annalisa con grande tristezza dovette comunicare ad Andrea che per motivi di lavoro del padre, colonnello della guardia di finanza, doveva trasferirsi a Trieste per prendere il comando regionale del distaccamento locale.
Questo inatteso evento ha lasciato di stucco Andrea, che non è riuscito a trattenere le lacrime che nemmeno le dolci parole di Annalisa potevano contenere, anche perché si mescolavano alle sue!
“Andrea cerca di calmarti, ci vorranno almeno altri due mesi per organizzare il trasferimento, il trasloco dei mobili nella foresteria della Guardia di Finanza.”
“Due mesi e… poi quando ci rivedremo, Trieste è lontana, tu cambierai scuola ovviamente e tutti i nostri sogni svaniranno!”
Annalisa per l’emozione, non riesce a replicare ad Andrea. Dopo una lunga pausa trova la forza di rincuorare Andrea, anche se, in cuor suo, nutre i suoi stessi dubbi.
“Dai amore sono solo pochi mesi, poi troveremo il modo di rimanere in contatto…”

Non s’incontrarono più!

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