Il Fallaci pensiero ed il pensiero fallace di molti…

Nell’occasione del decimo anniversario della morte di Oriana Fallaci e finalmente della dedica da parte della “sua” Firenze di una piazza, mi sento di riproporre un mio scritto di qualche anno fa, con il quale m’inserii in una controversa discussione, nata in uno dei siti di letteratura cui ero iscritto, riconoscendolo sempre attuale…

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Siamo alle solite!

Sulla Fallaci continua la mistificazione e la superficialità con cui si “giudicano” le sue libere esternazioni, forse, perché, inconsciamente, le s’invidia un’autonomia di giudizio, che le proviene dalla sua storia personale, dalla sua cultura antifascista, dai suoi trascorsi partigiani (malgrado la giovane età), dalla sua esperienza di giornalista e scrittrice e dalla sua conoscenza dell’Islam, autonomia, che molti dei nostri cosiddetti intellettuali, hanno, ormai, relegato tra le spire del loro omologato cervello, cedendo al pensiero corrente, all’abusato “politicamente corretto”!

Sono sicuro, tra l’altro, che molti suoi detrattori dell’ultima ora, perché prima dell’undici settembre 2001, non ne ricordo tanti, non abbiano nemmeno letto completamente i suoi libri recenti, dove disquisisce con invidiabile lucidità, completezza e conoscenza il “problema” dell’’Islam e del suo fondamentalismo religioso che, quello sì, è alla base del terrorismo e dell’estremismo, che ha facile presa sulle menti deboli, atrofizzate da 14 secoli d’immobilismo religioso e culturale e non abituate a ragionare ed al confronto delle idee,  come siamo noi “infedeli” e “porci” (perché cristiani), dopo quasi altrettanti secoli di sviluppo culturale ed intellettuale!

Non dimentichiamo che sfruttando problemi, in parte anche alimentati da loro, gli “islamici” hanno ridato vigore alla lotta santa “il jhiad”, già contemplata nel loro sacro ed UNICO testo, con il quale dopo 14 secoli (ripeto) ancora scadenzano la loro vita religiosa e sociale.

Non dimentichiamo che hanno iniziato loro e non dimentichiamo che tutti i fenomeni negativi politico/culturali, con o senza profonde radicazioni religiose, hanno preso le mosse da pochi per poi diventare fenomeni di massa, che hanno coinvolto il mondo intero!

Per completezza d’informazione, visto che qualcuno ha citato l’intervista della Fallaci al New Yorker – giornale al di sopra di ogni sospetto perché notoriamente schierato a “sinistra” (anche se la sinistra americana è tutt’altra cosa della nostra, anzi delle nostre!) – riportata dal giornale La Repubblica, il cui orientamento è noto e gli impedisce di essere completamente obiettivo e d’informare, come sarebbe doveroso per un “giornale” riportando i fatti nella sua interezza, senza “adattarli” al suo pensiero editoriale, per completezza, dicevo, mi permetto di aggiungere alcune considerazioni.

Spero che tutti coloro che avranno la curiosità e l’onestà intellettuale di leggere sino in fondo, conoscano la storia umana, politica e culturale della Fallaci. Quella storia che, quando lessi il primo articolo sul Corsera: “La rabbia e l’orgoglio”, poi, trasformato in un libro, m’indusse a leggerlo con una certa diffidenza.

Ebbene, non ho remore ad affermare che, alla fine della lettura, pur essendo di formazione politica e culturale diversa, ero in preda ad una forte e sincera emozione, come non mi accadeva da anni.

Nonostante fossi prevenuto contro di lei, dovetti, onestamente, riconoscere la coerenza, la lucidità e l’inoppugnabilità delle sue asserzioni. Tutte queste sensazioni, si sono puntualmente ripetute alla lettura dei suoi successivi libri ed articoli.

Non condivido, pertanto, l’acrimonia irrazionale nei suoi confronti, quando tranquillamente si passano sotto silenzio affermazioni di altri individui ben più gravi, perché gratuite ed irrazionali. Non nascondo che i suoi scritti siano pervasi da una vis polemica forte ed accorata, ma, sicuramente, sono sincere ed affrontano il problema nell’unico modo in cui dovrebbe essere affrontato: realisticamente e senza cedimenti ipocriti o strumentali.

Riporto, di seguito e virgolettato, dei passaggi che Repubblica non mi pare abbia nemmeno citato. Il solo fatto di aprire l’articolo titolando: “intervista choc…”, già la dice lunga e squalifica il giornale ed il suo redattore.

“La situazione è la stessa del patto di Monaco del ’38. I musulmani rifiutano la nostra cultura e cercano d’imporre la loro. Io li rifiuto e non solo è un dovere nei confronti della mia civiltà, delle mie radici cristiane. È mio dovere nei confronti della tradizione di lotte per la libertà che ho combattuto contro i nazisti. L’islamismo è il nuovo nazifascismo. Non c’è compromesso possibile. Chi non lo capisce alimenta il suicidio dell’Occidente”. (non dimenticate, pure, che gli arabi erano alleati di Hitler…)

Prosegue: “Vivono a nostre spese, hanno scuole ospedali, tutto”. “Vogliono costruire dannate moschee ovunque”.

“Se sarò ancora viva, andrò dai miei amici di Carrara, sa? Dove c’è il marmo famoso. Sono tutti anarchici. Con loro, mi procurerò gli esplosivi. La farò saltare in aria. La farò esplodere! Con gli anarchici di Carrara. Non voglio vedere questa moschea: è molto vicina alla mia casa in Toscana. Non voglio vedere un minareto di 24 metri nel panorama di Giotto. Quando io non posso nemmeno indossare una croce o leggere la Bibbia nei loro paesi! E allora, la faccio saltare!”

“Sono conosciuta per una vita spesa in una battaglia per la libertà, che include la libertà di religione. Ma questa non include la sottomissione ad una religione che vuole annichilire le altre!”

“Le cose che prima non dicevo per timidezza, ora le grido a bocca aperta. E dico: che volete farmi? Andate a farvi fottere. Dico quello che mi pare!”

Mi sembra che non ci sia altro da aggiungere!

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