Sei anni fa, fui contattato da uno studente di Bologna che stava preparando la tesi di laurea sul maestro Alberto Manzi, nelle sue ricerche si era imbattuto nel mio racconto sul maestro e mi chiese di partecipargli la mia esperienza con lui, con alcune notizie e gli inviai anche i miei quaderni dell’epoca con le correzioni ed i voti del maestro.
Quando stava per concludere la tesi chiese, alle persone da lui intervistate che erano state suoi allievi, in anni più recenti dei miei, di esprimere un pensiero in memoria del loro maestro, da inserire nel corpo della tesi; tale invito fu fatto anche nei miei confronti ed io accettai con grande piacere scrivendo una lettera virtuale al maestro Manzi che di seguito pubblico volentieri, per condividere con chi avrà la compiacenza di leggerla le emozioni già da me narrate nel racconto: Il Maestro Manzi, presente in questo blog.
Villa Adriana 4 ottobre 2011
Caro Alberto (permettimi questa confidenza per l’età raggiunta) sono Sergio Maffucci, un tuo alunno della prima e seconda classe elementare degli anni scolastici 49/50 e 50/51 nell’Istituto F.lli Bandiera.
Successivamente ho cambiato casa e, di conseguenza, scuola, ma siamo rimasti per molti anni in contatto epistolare, tramite mia madre, scambiandoci cartoline d’auguri in occasione delle feste comandate.
Io conservo pochissimi ricordi dei miei anni passati, sia giovanili, sia adulti, è un fatto notorio, quindi, la tua memoria, pur se circoscritta ad uno dei tuoi geniali espedienti didattici, che ti hanno reso, giustamente, famoso, è rimasta impressa sull’emulsione della mia anima è il più bel complimento che possa farti; la tua “maestria” è stata tale da rimanere inalterata nella mia scarsa memoria, nonostante i sessanta anni, ahimè, trascorsi!
Credo che per una Maestro come te, questa rappresenti la più grande soddisfazione: la prova della tua capacità di comunicare e di creare quella comunione indispensabile perché il rapporto docente discente sia veramente proficuo.
Spero che, dove e quando non so, ci si possa rincontrare e mi piace immaginare, con una poetica visione, che tu stia svolgendo ancora il tuo compito con quei bambini che non sono riusciti a diventare adulti.
Un affettuoso saluto ed un ringraziamento per averti conosciuto ed un rimpianto per non aver frequentato tutte le cinque classi elementari con te.
Sergio