Pagare la tassa di possesso dei veicoli direttamente sui carburanti
In questo frangente, in cui si fa un gran parlare del canone Rai da conteggiare nelle fatture elettriche, (iniziativa che lascia molto perplessi e che è stata confermata dalla legge di stabilità), desidero riproporre una mia idea che propugno da anni:
Abolire la tassa di possesso delle auto e moto, molto evasa anch’essa, aggiungendola, con le opportune accortezze e con un importo molto ponderato, alle altre accise che gravano sui carburanti.
Le motivazioni, secondo me, a favore di ciò, sarebbero:
1) Trasferire la tassazione sulla benzina, risponde pienamente ai criteri per i quali essa fu istituita (ex tassa di circolazione) perché è pagata in proporzione all’uso e alla tipologia del veicolo; chi percorre più chilometri, più consuma il manto stradale, più inquina, più rischia di causare incidenti e danni al sistema viario, si attuerebbe così il sacrosanto principio di equità fiscale e della sua progressività.
2) Lo Stato incasserebbe al netto detti proventi, non più gravati dagli aggi riconosciuti all’ACI (sulla cui utilità ho molte perplessità), e agli altri soggetti deputati ad accettare i pagamenti dell’imposta di possesso.
3) Gli introiti sarebbero di sicuro superiori agli attuali, grazie al prodotto litri venduti moltiplicati per l’eventuale aggravio del prezzo, solo se si considera l’evasione di detta tassa da parte di migliaia di cittadini, in particolare extracomunitari, (i Rom, ad esempio, mi risulta non l’abbiano mai pagata, non avendo fissa dimora e, quindi, l’impossibilità di perseguirli.) Si eviterebbero, così, i costi dei controlli e delle procedure di recupero, che con questa iniziativa sarebbero inutili, perché tutti pagano all’atto del rifornimento.
4) Di fatto si diluirebbe il pagamento della tassa, senza più il rischio di pagare in ritardo, evitando more ed ansie varie e dando la possibilità, con un uso più attento del veicolo, anche di risparmiare.
5) Tutti coloro che sono deputati a controllare, a verificare e a perseguire gli insolventi, potrebbero essere destinati ad incrementare i controlli sulla più grande piaga nazionale dell’elusione e dell’evasione delle tasse sul reddito e chissà che, poi, così facendo non si riesca anche a diminuire il carico fiscale generale!
A questo proposito, non dimenticherò mai che studiando, all’università La Sapienza, Scienza delle finanze (più di quaranta anni fa!), l’emerito professore, autore di un ponderoso tomo, affermava, in esso, semplicemente e senza pudore che: “La tassazione dei soggetti economici, in Italia, scontava in partenza, il fenomeno dell’evasione!”
Come a dire che noi italiani paghiamo da sempre di più, perché lo Stato non riesce a combattere (o non vuole?) efficacemente i fenomeni dell’elusione e dell’evasione con provvedimenti efficaci, quindi, cari cittadini, “porgete le terga…”
Vi chiedo di esprimervi su detta proposta evidenziandone le criticità, se ci sono, della sua eventuale inapplicabilità.
Grazie