UN INCONTRO SCONVOLGENTE
È una mattina come tante altre, nelle quali sono in piscina a praticare il nuoto libero: una delle poche attività che il mio fisico, già insultato da alcuni acciacchi indotti sia dalle attività esercitate nel corso della vita e sia dal lento e suo progressivo naturale deterioramento, riesce ancora a fare per mantenere il più a lungo possibile un’accettabile tonicità.
Tutto ciò unitamente ad un corretto stile di vita alimentare, si dice che aiuti ad invecchiare meglio e anche a prolungare la nostra vita…
Al termine della mia ora di nuoto, esco dalla vasca, faccio una veloce doccia per togliere l’acqua clorata dal corpo e indosso l’accappatoio.
Come il solito quando sono in piscina con mia moglie, mi affaccio all’altra vasca per assistere alla sua lezione di “acqua gym”, prima di rientrare nello spogliatoio per rivestirmi e poi attenderla, insieme alle sue “colleghe”, nell’angolo bar della palestra.
In quel momento mi accorgo della presenza di Caterina, una delle istruttrici di nuoto della struttura, cui mi lega una lunga conoscenza, sfociata poi, anche in una proficua e valida collaborazione per la stesura di un libro sulla sua biografia cui mi aveva gentilmente coinvolto, apprezzando le mie modeste doti di scrittore.
Caterina era impegnata in una “lezione” di nuoto particolare: stava seguendo ed assistendo un ragazzo di nome Claudio nato trentadue anni fa e che per una funesta ipossia, è rimasto cerebroleso.
Questo ragazzone, o meglio uomo, dal fisico prestante, con un grande sforzo di volontà, seguiva con attenzione le indicazioni della sua istruttrice, riuscendo a nuotare, a raccogliere un anello sott’acqua, a coordinare, per quanto possibile i suoi movimenti nel nuoto, sia frontale, sia di schiena, esprimendo poi tutta la sua contentezza battendo le mani e coinvolgendoci in questa sua manifestazione per esplodere, poi, in grandi risate da noi ricambiate.
È superfluo affermare, almeno per chi mi conosce bene, quanto questa situazione mi abbia commosso fino alle lacrime: la mia ipersensibilità non riesce a contenere gli effetti che sul mio animo provocano situazioni della specie e ne sono anche contento, anche se ciò può provocarmi piccole o grandi sofferenze. Esse, infatti, mi offrono l’occasione per meditare sulla nostra vita, sulle nostre fatue certezze e sui valori cui diamo eccessiva importanza che, miseramente si frantumano e si sviliscono dinnanzi ad eventi simili, di cui ci sono tanti tipi e che c’inducono a un’autocritica sulla nostra pochezza morale e materiale e su tutto ciò che ne consegue.
Dopo aver seguito per alcuni minuti la lezione di nuoto, replicando gli incentivi di Caterina per dargli maggior forza è scattata improvvisa quanto reale, un’empatia con Claudio che non mi aspettavo, tale che, quando si è attaccato ai bordi della piscina, si è rivolto verso di me, sempre sorridendo, lanciandomi dei baci con la mano che dalle labbra si protendeva verso di me. In questo momento di gran confusione emotiva, ho sentito Caterina, che aveva capito il significato dei suoi gesti, che mi diceva: ”Sergio, ti vuole baciare, ti manda dei baci perché tu glieli renda… !” Quello è stato il momento in cui l’emozione mi ha sconvolto e chinandomi sul pavimento, mi sono sporto verso di lui e l’ho baciato sulle guance.
Poi l’ho salutato, anche se lui insisteva e sono andato nello spogliatoio, dove ho continuato a piangere…
Alla prossima Claudio!