Sono appoggiato al muretto di una delle terrazze che si affacciano sul mare del “mio” paese d’origine, Vico Equense, che, da sempre, i paesani chiamano “La villetta”.
Essa è a circa cento metri al di sopra del mare, situata su un grosso sperone di roccia, tipico della costa a falesia della penisola sorrentina. La terrazza sovrasta perpendicolarmente le azzurre acque sottostanti, dando la sensazione che, prima o poi, debba staccarsi per congiungersi con il “suo” mare.
Da quel posto, in condizioni di buona visibilità, più frequenti d’inverno, lo sguardo può spaziare su quasi tutto il golfo di Napoli, a partire da Torre Annunziata, fino al promontorio di Nisida, con la città di Napoli proprio di fronte a me. Poco più a destra, torreggiano il Vesuvio ed il monte Somma. Alla sinistra del mio orizzonte, s’intravedono le sagome dell’isola di Procida e dell’isola d’Ischia con il monte Epomeo. Non è possibile, invece, vedere anche l’isola di Capri e la rimanente costiera sorrentina, perché la punta Scutari, che delimita le acque di Vico Equense, con le sue bianche pareti scoscese, segni di un’antica cava, nasconde alla vista questa parte del golfo.
Fin dall’infanzia, quando trascorrevo le estati a Vico presso i miei parenti, la “villetta” era uno dei luoghi preferiti, dal quale affacciarmi sul mare, sia di giorno, sia di notte. Da quel balcone naturale ho potuto vedere, moltissime volte, lo spettacolo del tramonto, che si svolge nel palcoscenico appena descritto e dove, dopo la sua eterna recita, sempre uguale e sempre diversa, il Sole si ritira nel suo “camerino” stellare, sito oltre il mare, tra Ischia e punta Scutari.
Secondo le condizioni atmosferiche, influenzate dall’umidità, dalla temperatura, dal vento e dalle nuvole, il “repertorio a soggetto” del Sole si manifesta sempre con immutato ed affascinante splendore.
Le variabili dei colori sono infinite, così come i riflessi solari che si distendono sull’acqua, formando una grande striscia d’oro, contornata da miriadi di rifrazioni gialle che si rincorrono sulla cresta delle onde, fin sotto la terrazza, dove la terra riceve l’abbraccio del mare.
Il fascino della stella “madre di tutti noi”, il cui colore vira lentamente dal giallo/bianco al rosso/arancione, non perde la capacità di comunicarmi, ogni volta, forti emozioni e delicate sensazioni.
Spettacolare e sempre toccante, per me, è l’ultima fase del tramonto, quando l’ultimo spicchio del disco rosso, sparisce, all’improvviso, dietro l’orizzonte marino.
Da bambino, mi piaceva pensare che il sole svanisse dalla nostra vista e ci lasciasse al buio, per consentire alle sue sorelle stelle, che di giorno sono offuscate dalla sua luce, di essere ammirate da noi.
Questo spettacolo, senza tempo, mi evoca i sogni, le fantasie e le suggestioni della fanciullezza e mi compiaccio di scoprire che, anche oggi, alla mia età, provo ancora le stesse emozioni.