A dispetto dell’opprimente calura e per alleviarne, in piccola parte, i disagi, mi trovavo con il tubo dell’acqua in mano, intento a bagnare, con la fresca acqua del pozzo, anzi, gelata, visto che esce con una temperatura attorno ai quindici gradi, tutto quello che era possibile bagnare in giardino, oltre il prato.
L’intenzione era quella di rinfrescare le superfici pavimentate, in modo tale che non riflettessero i cocenti raggi della nostra stella madre.
Encomiabile, quanto vano tentativo perché non fai a tempo a voltare le spalle che tutto è già quasi asciutto! Forse, solo rimanendo con la pompa in mano fino al tramonto avrei raggiunto un qualche risultato.
Ma quest’incombenza è anche un’occasione per raggiungere un minimo d’abbronzatura per poter, poi, affrontare il mare con più tranquillità e… meno pallido!
Così facendo ho scorto, alla base della tuia un oggetto, che, a prima vista, mi era sembrato un grosso nido di vespe. Ipotesi subito scartata, per le dimensioni e per il fatto che questi difficilmente cadono per terra, nemmeno sotto la pressione di un temporale.
Mi avvicino di più e mi chino a raccoglierlo. Solo in quel momento capisco che si tratta di un nido d’uccelli. Non so di quale specie, ma presumo di passeracei, i quali abbondano nel giardino, nelle sottospecie di passeri e di pettirossi.
Non è la prima volta che raccolgo un nido, ormai abbandonato, che cade in terra, provando sempre un grande stupore nell’ammirare la perizia con la quale è costruito, l’affidabilità e la perfetta rispondenza della sua forma allo scopo per cui è predisposto: depositare le uova, covarle con amorevolezza, difenderle da eventuali predatori; una culla primigenia destinata al nutrimento ed alla crescita dei pulcini.
Questa volta, il ritrovamento ha aggiunto una novità ai precedenti… anzi due!
La prima è la particolare morbidezza della sua struttura, sempre composta di fili d’erba secchi intessuti fra essi, ma con l’aggiunta di altri materiali, che non saprei definire, i quali uniti ai precedenti hanno formato un nido, morbido tenero ed accogliente come una… culla!
La seconda è, che questa peculiare caratteristica mi ha istintivamente stimolato dei pensieri molto attuali, inducendomi ad elaborare una metafora, non so quanto riuscita, sul concetto di nido/casa, su chi ci abita, su chi ci vive e su chi vi “cresce” i propri “pulcini”.
Noi, cosiddetti esseri “umani”, come i più modesti, innocui ed innocenti uccellini, edifichiamo il nostro nido/casa, vi “depositiamo” i nostri pulcini/bambini, li nutriamo e curiamo con amorevolezza, finché non spiccheranno il volo per costruire altri nidi/case, ma non riusciamo a difenderli, sempre, dagli unici predatori che abbiamo: gli stessi esseri “umani”.
Non sempre questi atti di violenza, rientrano nell’ignoto disegno della natura, ma spesso provengono da noti ed ignobili atti “umani”.
Tralascio, per non dilungarmi troppo, dal fare un elenco delle abiezioni di cui i nostri “pulcini” sono vittime, per concentrarmi su quella più abietta, stupida ed inutile che ci sia: LA GUERRA!
Le vicende mediorientali ed altre in Africa, tuttora in corso, e alcuni eventi di cronache familiari, ci hanno mostrato quanti “pulcini” sono morti. Chi, perché feriti da armi che colpiscono a caso, noncuranti dei prevedibili effetti; chi, colpiti da armi che non dovrebbero andare a caso, ma quando colgono nel mucchio è difficile distinguere fra i “pulcini” ed i “volatili” grandi ed armati, chi vittime addirittura dei propri gemitori
Davanti a tutto ciò ed a tutto il resto che fa da contorno a questa guerra idiota (non perché le altre non lo siano) fra “volatili” della stessa specie o gruppo, mi prorompe fino ad esplodere dal più profondo della mia anima, un urlo altisonante, che vorrei potesse zittire tutto “volatili”, missili, cannoni e fucili:
“PERCHE’ COSTRUIAMO I “NIDI”, ALLEVIAMO I “PULCINI” E, POI, QUANDO VOLANO LI FACCIAMO COMBATTERE GLI UNI CONTRO GLI ALTRI?”
I passeri, piccoli ed insignificanti animali, non fanno così, come nessun altro animale appartenente alla stessa specie!
Noi siamo tutti della stessa specie e siamo gli unici “animali” della terra che si ammazzano fra loro… sotto l’usbergo delle religioni, delle ideologie, delle “razze” (altra invenzione “umana”) e di quant’altro!
Intanto i pulcini muoiono, i volatili genitori, muoiono o si disperano, da qualsiasi parte stanno!
QUAL É IL SENSO DI TUTTO QUESTO?
Non lo so…
Non lo sapremo mai…