Incipit
“Una volta colmai la mano di nebbia.
Quando l’aprii, meraviglia! La nebbia era un verme.
Chiusi e aprii di nuovo la mano, ed ecco un uccello.
Una volta ancora chiusi e aprii la mano,
e dal cavo si ergeva un uomo col viso afflitto
rivolto verso l’alto.
Chiusi nuovamente la mano, e quando l’aprii non c’era che nebbia.
Ma udii un canto di dolcezza infinita.”
Kahil Gibran
La nebbia non è solo un evento atmosferico, ma è anche un fenomeno, le cui peculiarità possono generare reazioni psichiche straordinarie!All’improvviso, ti trovi avvolto completamente da essa, perdi tutti i riferimenti sensoriali con la realtà: svaniscono le forme, si sfumano i rumori, s’annullano gli odori.
Hai la sensazione di poterti librare nell’aria, come se fossi diventato parte integrante della stessa nebbia.
In quest’onirica fluttuazione, qualsiasi immagine, ricordo, paura e pensiero, può prendere consistenza ed affacciarsi improvviso davanti, squarciando il candido ed umido velo che ti circonda.
Puoi rimanere sconvolto o affascinato e non c’è nessuno, con te, a condividere queste percezioni.
La nebbia è come un diaframma tra la tua dimensione reale e quell’inconsistente e indefinita ma reale anch’essa, del tuo spirito e della tua mente.
Ti può fasciare e cullare come elemento protettivo.
Ti può atterrire e bistrattare come elemento ostile.
Tutto può essere possibile in quell’ambiente dove i sensi non hanno più fine e dove le categorie logiche non trovano corrispondenza.
Ciò nondimeno, si prova una struggente sensazione nel sentirsene inglobato, ti sembra di perdere la tua corporeità e di sublimarti in puro spirito.
D’improvviso, il reale si riprende ciò che è suo. Il sole, con il suo calore dissipa la nebbia, i sensi del corpo riprendono le loro funzioni ed il canto della vita, continua ad accompagnare la tua esistenza, al ritmo della sua dolce ed eterna melodia.
17 agosto 2006