L’UOMO SENZ’ANIMA E SENZA VOCE

C’era una volta, ma c’è ancora, un luogo reale ma privo di consistenza fisica, denominato: La terra del pensiero.

Questo luogo frequentato da tutti, in vario modo e con le finalità più disparate, è quello prediletto da coloro che hanno scelto, fra le altre cose, di dare maggiore importanza ed il giusto valore alla manifestazione scritta delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, nell’encomiabile intento di far partecipi tutti gli altri della ricchezza spirituale e morale che promana dai loro intelletti. Non sempre ci riescono appieno, ma il solo fatto di tentare pervicacemente quest’illuminata strada, li rende degni d’apprezzamento e di riconoscenza.

In questo territorio, senza spazio e senza tempo per definizione, si aggirano tante donne e tanti uomini in cerca dell’Ispirazione, dell’Intuizione, attraverso le quali proveranno a svolgere il loro progetto descrittivo da portare a conoscenza di quanti più possibile.

Questo spazio senza limiti, dove soffia costante e dolce il vento della Poesia, dove l’unica pioggia è quella delle Idee e l’unica “realtà” è quella del Sogno, è percorso da una moltitudine di persone che cercano di prendere il vento, desiderano di bagnarsi con la pioggia ed aspirano a descrivere i loro sogni.

Non tutti, però.

C’è una persona che vaga in questa landa felice, portando con sé evidenti segni di sofferenza e d’infelicità.

Cammina veloce e con fare nervoso. Non parla con nessuno, non comunica in alcun modo, bofonchia e grugnisce, non si sa all’indirizzo di chi o di cosa, non ti guarda mai negli occhi e procede in mezzo alla folla che lo circonda, sempre a capo chino.

Tutti lo conoscevano, ma non si erano ancora abituati a quel suo comportamento in stridente contrasto con il loro e, per questo, lo evitavano, facendo ala al suo passaggio, per non sfiorarlo nemmeno. Ciononostante, gli manifestavano indirettamente una forma di rispetto, perché avevano compreso che il suo comportamento, doveva essere la conseguenza di un grande dramma interiore, ma nessuno aveva mai avuto la forza di tentare di alleviare la sua pena.

Nessuno avrebbe mai immaginato che quell’uomo non avesse più l’Anima e la Voce.

Un giorno, durante una delle sue convulse peregrinazioni, s’imbatté in lui, una bella e gentile donna. Il suo nome è, non a caso: Angela.

La sua sensibilità rimase così turbata, nel vedere quest’uomo così infelice che decise di aiutarlo, anche se, in cuor suo, non sapeva come e comprendeva l’arduità del suo gesto.

Angela è una persona generosa e forte e per nulla spaventata dalle difficoltà che gli si frapponevano, decise di tentare.

Da quel giorno non lo perse più di vista, lo seguiva sempre, nella speranza di poter trovare una breccia dalla quale penetrare quella dura scorza che si era formata dentro e d intorno a lui.

Fu così che scoprì che l’uomo senz’anima e senza voce, si recava nella pianura dei sogni perduti e che lì, si fermava…per la prima volta lo vide fermarsi e sedersi sotto il grande albero dal quale pendono tantissime foglie: “L’Albero delle Parole mai dette”.

Quella maestosa pianta era stata così definita, perché se provavi a staccare una foglia, su di essa era impressa una frase.

Angela sorrise, forse aveva trovato il punto debole nel quale fare leva. Un minimo di sensibilità, quindi, gli era rimasto “dentro”.

L’uomo senz’anima si accorse di lei e fuggì.

Angela, che ormai sapeva dove trovarlo, lo lasciò andare.

Non si conosce, quanto durò questa rincorsa fra loro, ma venne il giorno in cui, con grande stupore di Angela, l’uomo non fuggì più e rimase seduto all’ombra del grande Albero.

La dolce signora decise che era giunto il tanto atteso momento, di tentare il recupero dell’uomo.

Si sedette anche lei sul prato delle Gocce di Lacrime ed estrasse dalla sua borsa un libro, scritto da lei, in cui erano narrate numerose e leggiadre favolette ed iniziò a leggerle a voce alta, affinché, anche se lontana, l’uomo potesse ascoltarla.

L’uomo non manifestò alcuna reazione visibile, però non si mosse.

Continuò così per numerosi giorni, durante i quali, l’unica differenza dal primo giorno era costituita, dal lento e cauto avvicinamento che Angela tentava.

Continuando così, era giunta quasi al termine del suo libro, ma anche quasi a contatto con lui e aveva paura di non riuscire più nell’intento che si era prefissata.

Improvvisamente e stranamente, per la Terra del Pensiero, si levarono delle folate di vento forte che scossero energicamente i rami dell’”Albero delle Parole mai dette”, facendo cadere numerose foglie sull’uomo senz’anima. Come improvvisamente il vento si era alzato, altrettanto repentinamente era cessato.

L’uomo senz’anima, iniziò a leggere le foglie, prima piano piano, poi sempre più svelto, sempre più svelto, in preda ad una frenesia incontenibile.

All’improvviso si bloccò e si volse verso di lei. Angela rimase sbalordita nel vedere che i lineamenti del suo volto si erano rasserenati e distesi.

L’uomo senz’anima iniziò a piangere a dirotto, poi a ridere, poi a piangere, sembrava non riuscisse a controllare le emozioni, per tanto, troppo, tempo represse.

Infine si calmò e abbracciò con tanto trasporto Angela, fino a farle male e urlò, con quanto fiato aveva in gola: ” Ti voglio bene, voglio bene a tutti!”

 L’uomo senz’anima e senza voce era tornato UOMO…, semplicemente.

 

 

 

 

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