Irrituale e semiseria istanza, presentata da un laico al Creatore.


Al Creatore del genere Umano.

Le Sacre Scritture tramandano che Lei, dopo aver “creato” gli Elementi, ebbe la “folgorante” idea di creare, a “Sua immagine e somiglianza”: l’UOMO.

Successivamente, rendendosi conto della grande solitudine che affliggeva il nostro progenitore Adamo, Lei ebbe un’altra folgorante idea: creò, da una piccola appendice ossea di Adamo, la Donna.

Eva doveva essere la compagna che avrebbe riempito il vuoto di Adamo e che avrebbe vissuto con lui, nella piena felicità del Paradiso Terrestre.

Fu proprio con Eva, che iniziarono le disgrazie dell’uomo.

“Cogli la mela, mio bell’Adamo, non stare a sentire Quello lì…vedrai quanto benessere in più ce ne verrà, dal gustare quel frutto e… chissà che tu non riesca, anche, a prendere il Suo posto”.

L’uomo Adamo, iniziò, così, a fare quello che in seguito avrebbero fatto tutti i suoi discendenti: ascoltare la donna e seguirne i consigli.

Perse il posto…in Paradiso.

Perse il privilegio di non dover faticare per vivere e nutrirsi, perse la serenità e… la felicità.

Cominciò a riprodursi, ad espandersi.

Cominciarono le guerre, gli omicidi, gli inganni e le sopraffazioni.

Caino e Abele, i suoi figli, diedero vita alla madre di tutte le guerre e, come di solito avviene in guerra, soccombette il più buono e, quindi, il più debole.

Le cose andarono sempre peggio.

Gli uomini, ormai, cresciuti in gran numero e propagatisi dappertutto, continuavano a farsi del male con strumenti sempre più raffinati e sempre più preda della smania di potere, della ricchezza e della lussuria, senza più tener conto della Sua Autorità.

Lei, Creatore, intervenne con tutta la Sua potenza e affogò tutti quelli che aveva sino ad allora creato, tranne uno sparuto gruppo di “giusti”, con il quale intese ripetere il tentativo iniziato con Adamo.

Trascorsero diversi secoli e tutto riprese ad andare come prima dell’acqua.

Ci furono ancora guerre fratricide, poteri egemoni e sopraffattori.

L’uomo, quello che lei aveva creato “a Sua immagine e somiglianza”, non ne voleva sapere di andare d’accordo e di vivere in pace con i suoi fratelli.

 

Non per essere irriverente e impertinente, ma… non ritiene che Lei, con la storia della donna…della mela…della caduta dal Paradiso Terrestre e tutte le conseguenze che ne sono derivate, abbia indotto l’Uomo, da Lei creato, a comportarsi in tale maniera, insieme alla sua inseparabile compagna donna, per poi intervenire, con la Sua autorità, a ristabilire il Suo ordine, solo per compiacere il Suo desiderio di Onnipotenza?

Badi bene, è solo una remota, quanto inesatta ipotesi, che La prego di non tenere in alcun conto (tra l’altro, non so nemmeno nuotare!)

Continuiamo.

Visto come procedevano le cose sulla terra e che, nonostante i numerosi profeti da Lei inviati per parlare ai popoli in nome e per conto Suo, non si verificavano miglioramenti, decise di mandare in mezzo agli uomini, addirittura Suo Figlio, che, poi, era sempre Lei.

Questa figura di Suo figlio, che ha compiuto azioni mirabili, proferito discorsi bellissimi e rivoluzionato il pensiero dell’epoca e quello futuro, predicava l’Amore per Lei e per il nostro prossimo, predicava la bontà, l’umiltà, la povertà, il rispetto per tutti e per tutto.

L’uomo da Lei creato a “Sua immagine e somiglianza”, con azioni tipicamente umane, lo ha sbeffeggiato, deriso, percosso, accusato di blasfemia, processato e condannato a morire crocefisso.

Da allora, comunque, la forza del suo messaggio ha cercato di contrastare, tramite i suoi epigoni, la corruttela sempre più grande dell’animo dell’uomo.

Sono continuate, però, le guerre, le stragi, gli inganni, le sopraffazioni e la bramosia del potere.

Siamo arrivati ai giorni nostri e devo con dispiacere rilevare, sempre con il dovuto rispetto, che Lei ha perso il mordente, non vedo più in Lei il padre di Abramo e di tutti i profeti ed il Padre del Figlio.

In tutti questi secoli ed in particolare nel ventesimo, dove si sono consumate tragedie, un tempo nemmeno concepibili dalla più sfrenata e morbosa fantasia, Lei non ha fatto più nessun intervento. Non dico generalizzato, come quello del diluvio, ma, che so, qualche diluvietto locale, mirato ad affogare i più esaltati ed i più pericolosi protagonisti della storia, insieme ai loro accoliti. Qualche minuscolo virus in grado di selezionare i soggetti meritevoli di eliminazione. Parlo di cose da poco, per un Creatore come Lei, che se volesse avrebbe, certo, una gran quantità di strumenti per agire.

Niente!

Nulla che assomigli ad un intervento da parte Sua, si è verificato.

Questa Sua inazione mi sconcerta e  fa vacillare la mia già traballante fede in Lei.

In questi ultimi tempi, solo per citare degli avvenimenti più recenti, sono rimasto agghiacciato dalla notizia dell’uccisione di un Uomo psicolabile, già oggetto di scherzi, angherie e soprusi da parte di tre uomini (giovanissimi), gli ultimi dei quali, sono culminati con un pestaggio mortale.

Sono rimasto inorridito dall’uccisione di un giovane, intervenuto a difendere un suo amico paraplegico, che si era opposto a tre bulletti che stavano molestando due ragazze in loro compagnia.

E che dire, di quel padre che cerca di uccidere il figlio di pochi giorni, con percosse ripetute, per simulare una malattia, quando già un anno prima era morta un’altra figlia, con i medesimi sintomi. 

Questi sono solo i più recenti episodi, di una serie innumerevole di atti ignobili che vengono compiuti con sempre maggior frequenza, in ogni paese, sotto ogni latitudine e sotto ogni bandiera, anche sotto l’influsso di religioni o delle ideologie più varie. Vedi le guerre più o meno “giuste”, i conflitti etnici, la violenza contro i bambini, il terrorismo indiscriminato  e chi più ne ha, più ne metta.

Si uccide il proprio fratello per futili ragioni o per motivi, politici, religiosi, economici,razziali e chissà per quanti altri, che se non sono futili, sono altrettanto abbietti.

L’uomo creato a “Sua immagine e somiglianza” sta gradualmente perdendo il senso della dignità, del rispetto dell’”essere umano”, che in quanto tale è unico ed uguale nella sua natura intima.

Le razze, le fedi religiose, i credi politici, sono solo sovrastrutture mentali, da Lei consentite nell’ambito del suo Disegno, che rischia, ormai, di diventare incomprensibile, nonché ingiusto.

Lei Creatore, non dovrebbe consentire, sempre con tutto il rispetto, di farci prevaricare dalle ideologie, dai falsi maestri, dai falsi miti.

Nessuno, nessuno, dovrebbe nutrire odio ed usare violenza nei confronti di chicchessia, perché siamo tutti uguali dentro. Non ci sono, dentro, uomini bianchi, neri, gialli. Non ci sono, dentro, uomini di destra o di sinistra. Non ci sono, dentro, uomini atei e credenti, Non ci sono, dentro, uomini abili e non abili. Non ci sono, dentro, uomini più intelligenti e meno intelligenti. Dentro, c’è una sola materia che ci accomuna tutti: il rosso sangue che scorre in noi.

Tutto il resto rappresenta solo le facce della complessità dell’essere umano che, come in un grande poliedro, tutte insieme rappresentano un‘unica entità. Non esiste l’uomo senza le sue “facce”, non esistono le “facce” senza l’uomo.

Questo era il messaggio che aveva lanciato Suo Figlio!

Ma quanti l’hanno fatto proprio?

Troppo pochi, a giudicare da quello che avviene intorno a noi.

Lei, Creatore ha fornito l’Uomo, creato a “Sua immagine e somiglianza”, di una complessa massa cerebrale che ci dovrebbe distinguere dai cosiddetti animali, senza poi verificare il perché non riusciamo a sfruttarla al meglio, per vivere tutti in pace ed in armonia, come nel più profondo del cuore desideriamo?

Questo utopico interrogativo, Creatore, non credo avrà mai una risposta esauriente.

Mi sono stancato di pormelo e di attendere la soluzione e, anzi, comincio ad avere un sospetto, sempre con il massimo rispetto, che la risposta derivi dal fatto che siamo fatti “a Sua immagine e somiglianza”, ma… no, non può essere!

Le chiedo, pertanto, in virtù dei Suoi onnipotenti poteri, di consentirmi di dimettermi dal genere umano e di essere declassato in un animale di rango inferiore(si fa per dire!) o anche in una pianta e continuare, nel nuovo stato fisico, il resto del tempo assegnatomi.

Con immutata deferenza e rispetto.

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