UN INCONTRO PARTICOLARE

                                                                                           Ischia luglio 2004

 

 

Signore!

Signore!

Mentre mi accingevo ad uscire dalla piscina, ho sentito questo richiamo deciso, che solo dopo qualche secondo, ho compreso che fosse rivolto alla mia persona.

Mi sono voltato ed ho visto la signora, immersa nella piscina geotermale, che richiamava la mia attenzione.

         Mi dica signora.

         Per cortesia, può chiamarmi l’incaricato alla piscina?

         Certamente!

Sono uscito, ho cercato l’addetto alla piscina e l’ho avvisato che una signora aveva bisogno del suo intervento.

Solo più tardi ho capito che la signora che mi aveva interessato era la stessa che avevo visto, seppur di sfuggita, nei giorni scorsi, nei locali dell’albergo, accomodata su di una sedia a ruote.

È stato questo il primo contatto con colei che, confidenzialmente, chiamerò Maria.

Nei giorni a seguire, mia moglie ed io, abbiamo avuto l’occasione d’incontrarla diverse volte e d’intrattenerci piacevolmente con lei, grazie a quell’ignoto meccanismo che spesso scatta quando delle persone, che non si conoscono, riescono ad entrare in sintonia subito ed a divenire confidenti.

In effetti, Maria, a dispetto delle sue condizioni fisiche che, nella maggior parte dei casi analoghi, inducono depressione e sentimenti misantropici, è dotata di un piacevole carattere, estroverso e di notevole forza, caratterizzato anche da grande positività e piacere di vivere.

Queste qualità sono completamente emerse nel corso degli incontri avuti, nei quali ci ha messo a parte che le sue condizioni sono dovute ad una malattia talmente rara che non ha nemmeno un nome, per l’incertezza delle sue origini fisiologiche. Essa è una di quelle malattie la cui rarità la esclude dalla ricerca scientifica e, quindi, dallo studio di un eventuale rimedio, visti i pochi individui che ne sono afflitti.

Questo male si è manifestato sin dalla nascita, in lei e in una delle sue sorelle. L’altra sorella ed il fratello, ne sono immuni e non ci sono precedenti familiari. In pratica è come vincere in negativo alla lotteria della vita, di tanti DNA, è uscito il tuo! Complimenti e tante grazie all’organizzatore della lotteria!

Maria ci ha raccontato che in seguito a questo subdolo male, che faceva peggiorare progressivamente le sue condizioni motorie generali, ha subito numerosi interventi chirurgici, tesi a renderle possibile un’esistenza quanto più possibile autonoma, ma con scarsi risultati, anche perché la causa prima di tutto ciò è ignota. Per colmo di sfortuna, dopo di uno di questi interventi in cui le fu applicata una protesi interna lungo tutta la colonna vertebrale, per sostenere la posizione eretta, subì una caduta che causò la rottura della protesi ed una lesione al midollo spinale. In quell’occasione fu data per persa, perché nessuno avrebbe scommesso in un recupero. Solo l’ostinato attaccamento alla vita e l’inossidabile ottimismo che la pervade, evitarono la conclusione esiziale prospettata ed eccola ancora qui, vicino ai cinquanta anni, a continuare a vivere e muoversi, seppure con l’aiuto di un’accompagnatrice, tra l’altro, guidando una piccola auto automatica, adattata alle sue esigenze.

Come tutte le persone nelle sue condizioni, che sono comunemente definite “disabili”,  ha dovuto subire angherie ed ostracismi, anche in seno alla sua famiglia, i cui fratelli cosiddetti “sani” si disinteressavano di lei e della sorella e, cosa ancor più grave, gli stessi genitori le emarginavano e le respingevano sia in senso affettivo, sia in senso materiale.

Ecco. Tutto questo, in estrema sintesi, ha reso questo incontro “particolare”.

La tua vita si svolge in maniera più o meno regolare: cresci, hai le tue esperienze più diverse, studi, conosci gente, t’innamori, lavori, crei una famiglia, ti preoccupi di tante cose che “sembrano” importanti, ti arrabbi per le contrarietà, ti ritagli i tuoi “spazi”, acquisisci le tue “certezze” e un giorno, durante una vacanza, incontri una Persona meravigliosa che è tutto il contrario del tuo vissuto e ti rendi conto di quanto poco importante sia quello che tu ritieni importante e quanto meno valore abbiano le cose a cui finora hai dato valore!

A questo punto, sommerso da una forte emozione, mi viene da pensare che il vero “disabile” sia io, perché “disabile mentale”, condizione peggiore del “disabile fisico”.

Di tutto ciò, rendo esplicitamente grazie a Maria, che, in pochi minuti, ha contribuito ad arricchire il mio modesto patrimonio umano, molto più d’altre esperienze precedenti ed a buon titolo sei divenuta una tessera del mosaico della mia vita.  

 

 

                                                                           

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