PREMONITORE FU QUEL LIBRO…

Con passo lento ed atteggiamento pensoso, mi sto avviando verso la spiaggia.
Porto con me un vecchio libro che iniziai a leggere molti anni fa e che ho terminato solo ieri sera.
Non posso evitare di tornare indietro nel tempo e rivedere, con gli occhi della memoria, quel giorno lontano in cui interruppi la sua lettura ed iniziai una nuova vita.
Era una bella mattina di primavera inoltrata, la mitezza della temperatura ed il cielo sereno mi avevano invogliato a recarmi sulla spiaggia, portandomi un libro che avevo iniziato a leggere da un paio di giorni, con l’intenzione di finirlo in compagnia del sole e della brezza marina.
Percorsi il viottolo che porta alla grande spiaggia, con un telo spugna sotto il braccio destro e con il libro nella mano sinistra. Non c’era quasi nessuno, proseguii ancora di qualche passo e, quando giunsi al centro della spiaggia, stesi l’asciugamano e mi sedetti traendo profondi respiri di quella gradevole aria balsamica che proveniva dal mare.
Aprii il libro e m’immersi nella lettura.
Dopo pochi minuti giunse una ragazza, non giovanissima, intorno ai trent’anni, pensai, che, ripetendo le mie stesse operazioni, si accomodò sull’arenile e si mise a scrutare con intensità il mare.
Non mi distrassi più di tanto e ripresi a leggere il libro.
Trascorsero diversi minuti, quando la mia attenzione fu interrotta dalla voce della ragazza che mi chiamava con insistenza:
“Signore, mi scusi!” “ Signore scusi!”
“Dice a me signorina?” Risposi stupidamente: eravamo rimasti solo noi due sulla spiaggia.
“Sì, sì, dico a lei!”
“Prego, dica pure!” le risposi con un malcelato tono di fastidio.
“È bello il libro?”
“Come dice?” Replicai nella speranza che comprendesse che mi stava disturbando.
“Chiedevo se il libro che sta leggendo è bello ed interessante”. Continuò imperturbabile. “L’ho visto così assorto nella lettura che mi sono incuriosita e mi sono permessa d’importunarla”.
“Ah, no, non si preoccupi, ho piacere di essere importunato, soprattutto da una giovane come lei che dimostra interesse ai libri”. Feci una pausa per guardarla meglio e mi parve sincera, poi proseguii:
“Oggi i giovani leggono sempre meno…”
“Ha ragione, ma io sono un’appassionata di letture e nemmeno tanto giovane quanto lei dice”.
“Sarà pure così, ma è sicuro che lei sia molto più giovane di me!” Esclamai con una punta di civetteria dopo aver constatato che era una donna molto bella ed affascinante.
“Scusi, mi posso avvicinare, così parliamo meglio?” Mi disse, lasciando cadere nel vuoto il mio maldestro tentativo di essere adulato.
“Certo che può. La spiaggia è di tutti!”
La giovane si alzò e venne al mio fianco, io mi alzai e mi presentai.
“Io sono Andrea, piacere”.
“Io sono Carla”.
Dopo le presentazioni ci furono alcuni istanti d’imbarazzo, durante i quali ci si scrutò a vicenda, tentando, senza riuscirci, di evitare che l’altro se n’accorgesse.
“Allora Andrea di cosa parla questo libro?” Disse Carla, prendendo l’iniziativa di darmi del tu con spontanea disinvoltura.
“Ah sì, il libro…, narra di una storia d’amore, un amore direi tardivo, maturo, perché i due protagonisti non sono più dei giovincelli: 39 anni lei, 58 lui”.
“Ma che bello, un amore “grande” in tutti i sensi, allora!”
Accolsi con piacere la battuta e rimasi colpito dallo spirito di Carla oltre che dalla bellezza.
“Già, grande!”
“E…com’è nato quest’amore?” Fece sinceramente incuriosita Carla.
“Si sono incontrati casualmente: durante un viaggio lui capitò per caso nell’agriturismo che lei gestiva insieme alla madre”. “Avevano appena riaperto la struttura e lui era il primo ed unico cliente, questa condizione ha fatto sì che, mentre lei gli serviva la cena, iniziasse un fitto colloquio che proseguì fino ad ora tarda”. Feci una pausa, Carla mi fissava con interesse e non perdeva una battuta del mio riassunto.
“Fra i due, in quelle poche ore, si creò un’intesa, una simpatia provocata dalle profonde affinità che li accomunavano che era sfociata in una confidenza, come se si fossero conosciuti da anni”.
“Ma guarda!” Disse Carla “È vero è una situazione che si può verificare, rara, ma non impossibile”. Nel sentire queste parole avvertii una strana emozione ed i suoi begli occhi s’illuminarono.
“Che cosa è successo dopo?”
“Hanno vissuto un’intensa storia d’amore per quattro giorni, poi lui a malincuore e cedendo al raziocinio, pur affermando che lei era stata l’esperienza più bella della sua vita e che rappresentava l’incarnazione della donna che aveva sempre sognato, la convince che non sarebbe giusto proseguirla, nel suo interesse, per la differenza d’età che li divideva”. Interruppi il mio riassunto del libro e la guardai negli occhi, il cuore mi batteva forte e un’emozione improvvisa mi colse. Cercai di dissimulare e continuai:
“Lui se n’andò di mattina presto, scivolando via dal suo letto per non svegliarla…”.
“Allora questa storia d’amore è finita subito, tutto quel libro per una storia di quattro giorni?”
“No, non è finita così!” Le risposi sempre guardandola in quegli occhi in cui iniziavo a perdermi. <Accidenti se è bella!> Mi dissi.
“Lei, che si era innamorata veramente ed era più intraprendente di lui, dopo un paio di mesi gli telefona e lui, che in cuor suo sperava che ciò avvenisse, buttati a mare tutti gli scrupoli sull’età e sulla famiglia, inizia a frequentarla”.
Carla non smise mai di guardarmi negli occhi con intensità ed io non ero da meno e stentavo a credere che tutto quello che stesse succedendo fosse reale. Continuai il riassunto:
“Lui si è separato, è andato a vivere da lei nell’agriturismo ed al punto del libro in cui sono arrivato stanno per sposarsi”. “Ecco in poche parole la storia fin dove ho letto!”
“Che bella storia!” Disse Carla continuando il gioco degli sguardi.
Per alleggerire l’emozione che mi aveva coinvolto, cercai di cambiare discorso e iniziai un lungo colloquio con Carla, che spaziò sui più vari argomenti, consentendoci di approfondire la conoscenza reciproca.
Più parlavo con Carla e più scoprivo una donna colta, intelligente e sensibile che rendeva la conversazione così piacevole da perdere il senso del tempo e della realtà oltre quell’arenile, che per un po’ ha rappresentato il centro del nostro universo.
“Senti Andrea, ma tu pensi davvero che una storia come quella che stai leggendo si possa verificare?” Mi chiese all’improvviso, ritornando sull’argomento del libro.
“Beh, veramente non so Carla, forse è possibile o forse lo è solo nella fantasia dello scrittore, io non ho esperienza di tali situazioni”.
In quel momento provai un imbarazzo incredibile, perché stavo mentendo: tutte le sensazioni ed i sentimenti che provavo dimostravano l’esatto contrario. Mi stavo suggestionando, forse, complici: il mare, la bella compagnia, la trama del libro…
Non feci a tempo a riordinare le idee per rendermi conto di cosa m’accadeva, quando avvertii la mano di Carla sulla mia, che teneva il libro. Un’onda emozionale traversò tutto il corpo e, come fosse un riflesso condizionato, alzai il braccio e carezzai il volto di Carla che, con una gran dolcezza, mosse il capo per assecondare quel mio gesto di tenerezza. Con delicatezza feci scorrere la mano sulla nuca di Carla e mi avvicinai al suo volto. Carla, che aspettava questa mia mossa, fece altrettanto, il libro cadde sulla sabbia e ci baciammo con passione.
Complice la spiaggia deserta, ci abbandonammo come due adolescenti e facemmo l’amore.
Ci siamo sposati ed amati per tanti anni. Non abbiamo avuto figli. Ognuno era, rispettivamente, coniuge, amante e figlio dell’altro
Carla mi ha lasciato circa un mese fa. L’orrendo mostro cresciuto dentro di lei l’ha corrosa e maltrattata fino ad ucciderla.
Mi ha sempre sorriso e rincuorato fino all’ultimo istante.
Ora, sono rimasto solo.
Ho deciso di trasferirmi, non riesco più a vivere in questo luogo dove tutto mi ricorda di lei.
Stavo sistemando le mie cose per il trasloco, quando da uno scatolone pieno di libri, riposto in cantina, è rispuntato fuori il libro che stavo leggendo quando incontrai Carla. Non l’avevo terminato, stravolto da quel grande amore lo avevo completamente dimenticato ed era finito, insieme con altri, in quello scatolone custodito in cantina.
Lo prendo fra le mani con emozione: aveva ancora il segnalibro alla pagina in cui ero arrivato, non mancava molto alla fine.
Interrompo la mia attività, mi siedo sulla poltrona e la curiosità di scoprire come finisce quella storia d’amore prende il sopravvento e riprendo a leggerlo.
Non c’è voluto molto a finirlo, anche perché la storia aveva preso una piega che mi toccava personalmente, fino a lasciarmi esterrefatto e confuso nello scoprire che la protagonista aveva subito la stessa sorte di Carla!
Rammentandomi ancora della storia sin dall’inizio, non ho potuto fare a meno di constatare che, salvo l’età dei protagonisti, i luoghi e le loro vicende personali, sostanzialmente la loro esperienza d’amore e la loro vita insieme ricalcava un percorso quasi gemellare rispetto al nostro, compresa la tragedia finale!
Ci siamo conosciuti grazie a “quel libro” e, anche se può sembrare assurdo ed irrazionale la nostra esistenza si è assimilata ai suoi protagonisti, nell’essenza dei fatti.
<Saranno ubbie, sciocche suggestioni, ma questo libro è meglio che non lo legga più nessuno ed il suo “segreto”, se così può essere definito, sarà sotterrato con esso>. Mi dicevo mentre scavavo una profonda buca nella sabbia
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